16 Set 2020

Brescia analytics: numeri e statistiche delle gare della Supercoppa italiana

A corto di preparazione, impossibilitata a schierare Cline e Ristic, due pedine del quintetto titolare, e con una condizione atletica tutta da verificare, la Germani Brescia ha saputo dire la sua nell’edizione 2020 della Supercoppa italiana, che lunedì scorso ha celebrato la chiusura della prima fase, lanciando la volata alla Final Four di venerdì e domenica prossimi.

La Germani a Bologna non ci sarà, più per meriti altrui che per demeriti propri. L’impressione, infatti, è che incrociare una corazzata come l’A|X Armani Exchange Milano in questa fase della stagione sarebbe stato fatale per chiunque e all’atto finale per l’assegnazione del primo trofeo stagionale parteciperanno solo le squadre vincitrici del proprio girone.

In ogni caso, il risultato raggiunto non toglie nulla alla bontà della Supercoppa disputata dal quintetto di Vincenzo Esposito, che merita una valutazione che tenga conto di tutte le attenuanti del caso.

Numeri alla mano, Brescia è stata l’unica a giocarsela con l’Olimpia Milano ad armi… quasi pari, almeno statisticamente. Gli scarti rifilate dai biancorossi alle altre squadre del raggruppamento, Cantù e Varese, poco hanno avuto a che fare con quelli inflitti alla Germani, sconfitta di soli 14 punti ad Assago e di 12 tra le mura amiche.

Al di là dei numeri, che nel basket contano sempre tanto, l’impressione lasciata contro l’Olimpia è stata assolutamente positiva. Se però contro Milano non sono arrivati punti, contro le altre due contendenti la Germani è stata in grado di vincere tre delle quattro partite disputate, perdendo in volata solo quella sul campo dell’Openjobmetis Varese, chiudendo il girone saldamente al secondo posto.

Il saldo tra punti realizzati e punti subiti è negativo, seppur di poco. A fronte di 83.2 punti segnati di media a partita, infatti, la Germani ne ha subiti 85.8, anche se il giudizio su entrambi questi dati non può tenere conto della partita ad altissimo punteggio disputata a Masnago, nella quale entrambe le contendenti hanno superato quota 100 punti a referto.

Qualora contino qualcosa in questa fase di preparazione agli impegni della nuova stagione, queste sono state le percentuali di tiro della Germani nelle sei gare della Supercoppa: 49.3% nel tiro da due, 41.3% nel tiro da tre e 76.1% nei tiri liberi. La fase della stagione assolutamente sperimentale è testimoniata dalle enormi differenze maturate tra partita e partita.

Nel tiro da tre, ad esempio, si va dal 56% collezionato nella partita di Varese al 29.3% (8/27) visto nella gara sul campo dell’Acqua S.Bernardo Cantù, vinta curiosamente proprio grazie a una tripla nel finale. Anche il dato relativo ai tiri liberi non può non tenere in considerazione alcuni fattori come la fisicità degli avversari, la fluidità dell’attacco, i ritmi di gara e il metro arbitrale, spesso diverso da partita a partita.

Si va, dunque, dai miseri 6 tiri liberi avuti a disposizione sul campo dell’Olimpia Milano ai 29 tirati a Varese, dati che palesano la profonda differenza di rendimento, un dato impossibile da uniformare in una fase così sperimentale come quella nella quale si è disputata la Supercoppa.

Parlando di singoli, il più continuo della truppa è stato senza dubbio Kenny Chery, il cui impatto con il basket italiano è stato letteralmente devastante. Il play canadese, infatti, ha chiuso la Supercoppa italiana sempre in doppia cifra, con una media di 16.2 punti a partita e un high di 21 punti messi a segno sul campo dell’OJM.

Ottimo anche il rendimento di Drew Crawford (14.5 punti di media a gara) e quello di Christian Burns (11.3), che si è sobbarcato gran parte del lavoro sotto le plance in assenza di Ristic e Cline. Vicino alla doppia cifra anche Kalinoski (9.0), mentre Bortolani (6.8) è stato capace di un vero e proprio exploit sul campo di Varese (17 punti), una prestazione che è nelle corde del giovane talento proveniente dall’Olimpia Milano.

Con tre partite terminate con uno scarto inferiore ai tre punti (+1 a Desio con Cantù, +1 in casa con Varese e -2 nella gara di ritorno con i biancorossi), infine, anche le scelte finali del quintetto di Esposito hanno un saldo positivo. Se all’Enerxenia Arena il tiro finale di Crawford si è spento sul ferro, impedendo alla Germani di portare il match ai tempi supplementari, nelle prime due uscite contro Cantù e Varese i buzzer beater di Kalinoski e di Burns hanno permesso a Brescia di mettere le mani sul successo finale e sul secondo posto nel girone. Un secondo posto dal quale è giusto ripartire, con tutti i distinguo e le differenze del caso, con la voglia di vivere una grande stagione, sia in Italia che in Europa.

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