LA NOSTRA STORIA

L’INIZIO di Pallacanestro Brescia

L’avventura di Pallacanestro Brescia parte ufficialmente il 7 luglio 2020. Sulle orme di quanto fatto da Basket Brescia Leonessa in 11 anni di fervente attività, il nuovo progetto della pallacanestro all’ombra del Cidneo nasce su impulso di Mauro Ferrari, della sua famiglia e di alcuni partner vicini alla Germani Trasporti Spa, già title sponsor del club sin dal 2016, l’anno del ritorno in Serie A.
Al suo terzo anno di vita, Pallacanestro Brescia è già riuscita a scrivere indelebilmente il proprio nome nei libri di storia del basket italiano, conquistando il trofeo più prestigioso della propria storia: la Coppa Italia, vinta a Torino al termine di una Final Eight esaltante, durante la quale la squadra è stata capace di superare squadroni del calibro di Olimpia Milano e Virtus Bologna, mettendo nella bacheca del club un trofeo tanto importante quanto prestigioso.

Basket brescia leonessa

Tornando indietro nel tempo e andando alle origini, il nuovo progetto del basket bresciano parte nel 2009, quando i tifosi vivevano ormai solo e unicamente di vecchie memorie, che riportavano alle lontane gesta dei mitici eroi della Pinti Inox, quando ancora si giocava al ‘ciambellone’ nella zona EIB. Il vuoto lasciato dalla pallacanestro, assente per quasi 20 anni dalla città all’ombra del Cidneo, viene colmato da Graziella Bragaglio e Matteo Bonetti, che danno vita al Basket Brescia Leonessa targato Centrale del Latte.
L’amore e l’entusiasmo per il gioco del basket si riaccendono e con loro nascono i primi gruppi di tifosi, che riempiono sempre di più, partita dopo partita, il San Filippo. L’inizio di questa grande avventura ha una data ben precisa: 9 Luglio 2009. Si ricomincia dalla Serie A Dilettanti.

la promozione in a2

L’impatto della squadra al suo primo anno di vita è molto più che positivo: il buon lavoro svolto durante l’estate dà i suoi frutti e i ragazzi guidati da coach Furlani in panchina e da Quaroni e Musso in campo, raggiungono il quinto posto e la conseguente qualificazione ai Playoff. Qui Brescia lotta per 3 partite, ma alla fine soccombe a una Paffoni Omegna ben più esperta e abituata a questi scenari.
Gli ottimi risultati spingono la dirigenza ad alzare l’asticella e a rafforzare la squadra, con l’obiettivo di riportare il Basket Brescia al basket professionistico, la Legadue. La Leonessa, destreggiandosi alla grande, riesce a firmare dei giocatori di livello assoluto: arrivano Ghersetti, Stojkov, Gergati, Bushati e Farioli e la città comincia a sognare in grande.

L’inizio di stagione non è sicuramente dei più esaltanti e tutto questo porta all’esonero di coach Furlani: al suo posto arriva un livornese DOC Sandro Dell’Agnello, che con una seconda parte di stagione strepitosa e una cavalcata senza sosta nei Playoff conquista una storica promozione in Legadue.

Il primo anno in A2

La città intera si stringe attorno al fenomeno del Basket Brescia: per il primo anno in Legadue si decide di mantenere l’ossatura della squadra che la passata stagione tanto era riuscita a far bene e si riconferma il duo Dell’Agnello-Costa. Vengono aggiunti al roster gli americani Goldwire e Thompson, oltre al lituano Busma e al bresciano Andrea Scanzi. La scelta di confermare la squadra della promozione non convince gli addetti ai lavori, che danno la Leonessa come una delle indiziate principali alla retrocessione. I dubbi alzati sull’effettiva competitività della squadra vengono spazzati via dallo strepitoso campionato disputato dalla Leonessa, che arriva ai Playoff (settimo posto) per il terzo anno consecutivo: anche qui, come il primo anno, la stagione della Centrale si conclude al primo turno (sconfitta per 3-1 con la Givova Scafati).

la stagione 2012-2013

A una stagione da incorniciare segue, per certi versi, un’estate da dimenticare: Brescia è per la prima volta in seria difficoltà e non sembra ci siano vie di uscita. Gli addii di quasi tutti i membri del roster della stagione passata (eccezion fatta per Stojkov e Scanzi) e del duo Dell’Agnello-Costa potrebbero dare il definitivo colpo di grazia, ma come sempre la Leonessa si rialza e lotta. Si decide di continuare: tutto ricomincia dalla conferma dell’ormai collaudato duo di vice-allenatori composto da Andrea Diana e Max Giannoni.
La panchina viene affidata a uno dei coach più esperti del secondo campionato italiano, Alberto Martelossi che insieme al nuovo DS e Team Manager della Leonessa Marco Abbiati comincia a pianificare la creazione del roster per la stagione 2012-2013. La squadra messa in piedi dallo staff della Centrale è di livello assoluto: vengono affiancati a uomini esperti e di grande valore (Barlos e Brkic su tutti) dei giovani di belle speranze che devono ancora crescere (Lombardi, Fernandez e Loschi e Cuccarolo), oltre a giocatori che in Europa si sono già fatti un nome, come per esempio i due americani Giddens (la vera stella della squadra, con un passato in NBA) e Jenkins.

Un mix di esperienza e voglia di emergere, che stupisce dall’inizio alla fine: sin dalla prima partita di Coppa Italia giocata in casa e vinta con Casale Monferrato si capisce che questa squadra non è come tutte le altre e avrebbe regalato non poche soddisfazioni ai suoi tifosi. Dopo una partenza fulminante e qualche passo falso, la Leonessa riprende il cammino e lotta fino alla fine per le posizioni dal 3° al 5° posto: alla fine arriva uno straordinario 4° posto, frutto di una grandiosa regular season (Brkic e Martelossi vengono premiati come miglior italiano e miglior coach del campionato) che permette alla Centrale del Latte di affrontare il primo turno di Playoff con Forlì con il vantaggio del fattore campo.

Con due larghi successi in casa e una prova di carattere in trasferta, Brescia chiude la serie con Forlì con un 3-0 secco quanto legittimo per quanto fatto vedere: al turno successivo la per la terribile banda di Martelossi c’è Trento (che a sua volta aveva eliminato con un clamoroso 3-0 la Sigma Barcellona, testa di serie dei Playoff). Dopo aver sofferto in entrambi i match in casa, la Centrale del Latte gioca due partite strepitose al PalaTrento, che le consentono di arrivare per la seconda volta in 4 anni ad una finale. Se la prima volta l’avversario era stato Trapani, questa volta di fronte c’è la Giorgio Tesi Group Pistoia: l’entusiasmo in città è incredibile, ma l’inizio della serie non è dei più promettenti. La Leonessa perde, oltre a Gara 1 e Gara 2, anche Michael Jenkins, la vera anima della squadra bianco blu: Brescia però reagisce da grande squadra quale è e con l’aiuto del suo strepitoso pubblico conquista lottando sia Gara 3 che Gara 4. Purtroppo in Gara 5, nonostante il rientro di Jenkins, il miracolo non si ripete: in Serie A ci va Pistoia.La panchina viene affidata a uno dei coach più esperti del secondo campionato italiano, Alberto Martelossi che insieme al nuovo DS e Team Manager della Leonessa Marco Abbiati comincia a pianificare la creazione del roster per la stagione 2012-2013. La squadra messa in piedi dallo staff della Centrale è di livello assoluto: vengono affiancati a uomini esperti e di grande valore (Barlos e Brkic su tutti) dei giovani di belle speranze che devono ancora crescere (Lombardi, Fernandez e Loschi e Cuccarolo), oltre a giocatori che in Europa si sono già fatti un nome, come per esempio i due americani Giddens (la vera stella della squadra, con un passato in NBA) e Jenkins.

La stagione 2014-2015

Brescia resta nel novero delle migliori squadre di A2 anche nella stagione successiva, chiudendo la regular season al secondo posto alle spalle di Verona sotto la guida di Andrea Diana. La Leonessa entra nei playoff e nei quarti di finale impiega cinque sudatissime partite a piegare la resistenza della coriacea Trieste dell’emergente Stefano Tonut, superata alla bella al San Filippo. Le semifinali, però, sono fatali alla Centrale del Latte, costretta a cedere il passo alla Manital Torino, autentica corazzata costruita per la promozione in A. A Brescia è fatale gara 2, persa di fronte al proprio pubblico (74-85), mentre nelle due gare del PalaRuffini di Torino non riesce il miracolo: in finale con Agrigento ci va l’Auxilium.

la stagione 2015-2016

Nella stagione 2015-2016 prende il via la nuova versione dell’A2, con 32 squadre ai nastri di partenza divise in due gironi (est e ovest), con una sola promozione in palio. Nella regular season Brescia si cimenta ad armi pari con squadre di talento come Treviso (prima al termine delle 30 partite di stagione regolare), Mantova, Verona, Imola, Roseto e Fortitudo Bologna. La Centrale del Latte chiude la regular season al secondo posto e nei playoff inizia una lunga e faticosa cavalcata verso il sogno promozione, disputando 20 partite in poco più di un mese.

la promozione in a1

La Leonessa disputare 5 gare in ogni turno della postseason, riuscendo a vincere tutte le partite decisive, quelle da dentro/fuori, quelle dove i polsi tremano e solo i più forti riescono a ottenere il risultato che conta: contro Trapani agli ottavi di finale, contro Derthona nei quarti, con Scafati in semifinale e, dulcis in fundo, con la Fortitudo Bologna in finale. Alla fine il 24 giugno Brescia corona il suo sogno di promozione in Serie A, a 28 anni di distanza dall’ultima partecipazione al massimo campionato. Lo fa dopo aver visto da vicino il baratro (la vittoria thrilling in gara 3 contro Scafati resterà una delle pagine epiche della storia del nostro club), dopo successi leggendari (il successo a Scafati in gara 5) e tanta fatica, come in occasione della finale contro la Fortitudo. Alla fine, però, una nuova, eccezionale pagina di storia viene scritta in modo indelebile e la Leonessa può tornare a varcare le porte della Serie A con grande orgoglio.

la stagione 2016-2017

La Leonessa affronta il primo anno di Serie A con grande slancio, cavalcando l’entusiasmo di una città e di una provincia intera. Cambia il title sponsor, con Centrale del Latte di Brescia che lascia spazio a Germani Spa, un’altra importante azienda del territorio in forte ascesa. Anche il roster è fortemente rinnovato, con l’arrivo di giocatori di grande esperienza e talento come Marcus Landry e Luca Vitali, di nuovi volti come il centro statunitense Jared Berggren, Michele Vitali e il giovane Lee Moore, confermato al termine di una preseason esaltante, accanto ai giocatori confermati, a partire da David Moss.
All’inizio del campionato la Leonessa paga lo scotto dell’approccio con la nuova categoria, complice un calendario non proprio comodo. Nelle prime sei giornate, infatti, maturano ben cinque sconfitte, che destano qualche preoccupazione ma non tolgono entusiasmo alla piazza. La dirigenza conferma la propria fiducia in Andrea Diana, il roster viene allungato dall’arrivo di Christian Burns e alla settima giornata arriva la svolta: Brescia espugna il campo di Brindisi, dando vita a un filotto di tre vittorie consecutive che, nonostante la partenza di capitan Alessandro Cittadini, rilancia le quotazioni della Germani e le danno la giusta spinta verso le zone nobili della classifica. Alla fine del girone d’andata, infatti, la Leonessa si ritrova settima in classifica, con il pass per le Final Eight di Coppa Italia, disputate a Rimini a metà febbraio.

È quello, forse, il momento più positivo della stagione di Brescia, che nei quarti di finale sorprende nientemeno che la Reyer Venezia e sfiora la qualificazione alla finale, perdendo d’un soffio contro la quotatissima Dinamo Sassari. Superata la corazzata Avellino, la Germani vive un periodo difficile, complice una lunghissima serie di infortuni. A Capo d’Orlando Michele Vitali si procura un infortunio alla mano che lo costringerà a restare fuori dal campo fino alla fine della stagione, mentre David Moss inizia ad accusare problemi al ginocchio che lo faranno arrendere proprio sul più bello. Raggiunta la salvezza con quattro turni d’anticipo sulla fine della regular season, infatti, la Leonessa mantiene vivo il sogno di qualificarsi per i playoff fino all’ultima giornata. Il sogno, però, non si concretizza: la sconfitta maturata sul campo di Pistoia, infatti, fa terminare anzitempo la stagione di Brescia, che chiude la regular season al decimo posto, secondo risultato migliore di sempre della sua storia.

La stagione 2017-2018

La stagione 2017-2018 entrerà per sempre nella storia del basket bresciano: la Germani, infatti, disputa un campionato eccellente, chiudendolo al quarto posto e raggiungendo il miglior risultato di sempre. Non solo, la squadra di Andrea Diana va a un passo dalla conquista della Coppa Italia, perdendo la finalissima con la Fiat Torino solo negli ultimi secondi.
Che la stagione potesse portare grandi frutti lo si capisce dall’inizio del campionato: Brescia, infatti, colleziona nove vittorie consecutive, superando ogni record societario e ponendosi davanti a tutti in classifica fino alla fine del 2017. Conquistata la qualificazione alla Final Eight già a metà dicembre, la Leonessa resta sempre tra le prime quattro posizioni, chiudendo la regular season con 20 successi e conquistando il terzo posto assoluto al termine un campionato caratterizzato dal grande dolore dato dalla scomparsa di Marco Solfrini, avvenuta alla fine di marzo.

Brescia fa la voce grossa anche nei playoff, superando l’Openjobmetis Varese in tre gare e centrando la qualificazione alle semifinali scudetto per la prima volta nella sua storia. Con l’Olimpia Milano, in una riedizione di antiche sfide di trent’anni prima, Brescia sorprende i biancorossi sul proprio campo in Gara 1 e si pone alla guida della serie, da disputare al meglio delle cinque gare. La reazione dell’EA7, però, è veemente e i futuri campioni d’Italia (supereranno la Dolomiti Energia Trentino in finale) conquistano il successo nelle tre gare successive, facendo valere la bontà del proprio roster, costruito con mezzi decisamente superiori rispetto a quelli a disposizione della Germani.

La prima stagione in eurocup

Nella stagione 2018-2019 Brescia inizia una nuova avventura, partecipando per la prima volta nella sua storia a una competizione europea. Poco importa se il cammino continentale termina alla fine del girone di qualificazione, con l’amarezza della sconfitta casalinga con i tedeschi del ratiopharm Ulm a condannare la Germani. E poco importa anche che la squadra, al termine di una stagione complicata, non riesca a raggiungere i playoff scudetto come avvenuto nella stagione precedente. I risultati maturati all’inizio del 2019, infatti, lasciano nella società e nell’ambiente bresciano la voglia di rivincita, incarnata dal nuovo corso targato Vincenzo Esposito.

Con l’allenatore campano al timone, la squadra raggiunge traguardi importanti: occupa stabilmente le prime posizioni della classifica in campionato e supera di slancio il primo turno di EuroCup, conquistando il diritto a partecipare alle Top 16. Dopo la Final Eight di Pesaro, passata senza portare risultati importanti, il mondo del basket viene letteralmente fermato dalla pandemia, che interrompe sul più bello una stagione che sembrava destinata a portare ancora grandi frutti

la stagione del covid

La ripresa è più complicata di quanto si potesse immaginare: il primo anno di Pallacanestro Brescia, infatti, coincide con le restrizioni dovute al Covid-19, che costringe le società a disputare gran parte della stagione a porte chiuse. Il viaggio europeo in EuroCup termina ancora una volta alla fine del girone di qualificazione, mentre in campionato la squadra non riesce mai a mettere le marce alte. All’inizio del mese di dicembre la guida tecnica passa nelle mani di Maurizio Buscaglia, che naviga in acque molto agitate ma, alla fine del viaggio, riesce a condurre la nave in porto, conquistando la meritata permanenza in Serie A.

LA STAGIONE 2021-2022

Nell’estate del 2021 il progetto di Pallacanestro Brescia trova nuova linfa. La proprietà cambia rotta, puntando su Alessandro Magro, un allenatore ben noto a Brescia (era stato il vice di Andrea Diana dal 2016 al 2019) ma alla prima esperienza da head coach su una panchina di Serie A. Accanto a lui trova spazio il nuovo direttore generale Marco De Benedetto, altra figura che incarna nel migliore dei modi il nuovo corso del club.
Dopo un inizio complesso, la squadra ingrana e, senza che avvenga alcun cambio nel roster, scrive alcune delle pagine più belle del basket bresciano, battendo record su record: 14 vittorie consecutive, 21 successi complessivi in regular season, terzo posto in classifica alla fine della stagione regolare e un’incetta di premi negli LBA Awards, dall’MVP del campionato (Amedeo Della Valle) al miglior rookie (Nazareth Mitrou-Long) fino ai riconoscimenti di miglior allenatore del torneo (Alessandro Magro) e miglior dirigente della Serie A (Marco De Benedetto).

Nonostante la partecipazione ai playoff sia stata più breve di quanto sperato, con la sconfitta nella serie dei quarti di finale contro il Banco di Sardegna Sassari dovuta anche a una serie di infortuni che hanno impedito di schierare la formazione migliore nelle due gare disputate in Sardegna, l’ultima stagione dalla Germani rimane un assoluto capolavoro

la vittoria della coppa italia

Sulla scia di quanto costruito nell’ultima annata, Brescia affronta la Serie A per il settimo anno consecutivo e a partecipa all’EuroCup per la quarta volta nella sua storia, confermandosi una delle realtà più solide del panorama cestistico italiano sotto tutti i punti di vista.Condizionata da alcuni sanguinosi infortuni, in particolare quelli del playmaker titolare Troy Caupain (4 mesi ai box), di John Petrucelli e di Mike Cobbins (entrambi out per 2 mesi), la Germani non ha saputo trovare continuità nei risultati, sia in campionato (chiuso al nono posto senza la soddisfazione di partecipare ai playoff) che in EuroCup, dove comunque ha centrato la qualificazione ai playoff, persi con Ankara, squadra finalista della competizione continentale. Nonostante tutto questo, però, la stagione 2022-2023 verrà ricordata per sempre per la conquista del primo trofeo della storia del basket bresciano, la Coppa Italia. Dal 15 al 19 febbraio, infatti, la Germani compie un autentico capolavoro, mettendo in riga Olimpia Milano, Victoria Libertas Pesaro e Virtus Bolologna e alzando sotto il cielo di Torino il trofeo più prestigioso della propria storia, destinato a rimanere per sempre negli almanacchi del basket italiano e, soprattutto, nell’immaginario dei tifosi.

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